Con analytics si intende un vero e proprio processo che va oltre la semplice collezione di dati. Viene definito un modello interpretativo attraverso il quale un “dato” può trasformarsi in “insight” e dare una chiave di lettura in un determinato contesto (es: Google Analytics). L’analytics, quindi, permette la comprensione delle dinamiche digitali presenti e orienta azioni future.
Un processo in cui le azioni digitali vengono suddivise in due varianti, entrambe in fase di testing, al fine di indentificare quale delle due performi meglio e mantenerne dunque la struttura. Infatti, l’A/B testing permette di ottimizzare i formati creativi delle Facebook ads o la struttura di landing pages. Una delle keywords digitali che richiama direttamente azioni di ottimizzazione.
Il grado di consapevolezza o conoscenza del marchio, per fare una traduzione letterale. Con questo termine ci si riferisce ad un processo fondamentale per la strategia di posizionamento, in quanto la “brand awareness” rappresenta uno degli obiettivi primari da raggiungere: far sì che il brand venga riconosciuto grazie a mirate attività di comunicazione. Inoltre, questo termine, richiama dirette azioni digitali (es. campagne di awareness, che mirano a massimizzare il numero di user raggiunti).
Con CTA si intende letteralmente invito all’azione, ossia produrre un input (su un sito web, pagina prodotto, su un post Facebook – qualsiasi formato che abbia un pulsante) in modo da orientare l’azione dell’user. Ci sono numerose modalità di setup di una CTA (dal design del pulsante al suo contenuto testuale) e questo elemento è centrale sia per l’interazione digitale che per porre un focus all’utente che interagisce con un testo, una pagina web, un post sponsorizzato.
Rappresenta un mix di linee guida che orientano e coordinano la creazione di tutti i contenuti digitali che si legano al brand. Parliamo quindi di qualsiasi risorsa definibile come “contenuto” ( articoli, copy, pagine sito, immagini, video, infografiche) e richiama direttamente la brand identity e la sua componente visiva. Avere una content strategy coerente, ben definita e differenziante, è essenziale per il percorso di riconoscibilità del marchio.
La CX è sicuramente una delle keywords digitali più rilevanti nell’ecosistema digitale moderno. La CX si occupa proprio della fase di ascolto e avvicinamento alle necessità dell’utenza per creare opportunità di interazione e relazione con i brand. Rappresenta, quindi, l’esperienza complessiva di users e customers durante la relazione con gli asset del brand. Non prendere atto delle fasi che compongono il customer journey o trascurare le esigenze degli utenti rappresenta un grave errore in grado di compromettere i risultati aziendali.
Un asset strategico per coloro che si occupano operativamente della comunicazione di un brand: le digital guidelines identificano i punti fermi di una strategia digitale. Linee guida che regolano i volumi di pubblicazione sui social, le modalità di creazione dei contenuti, il format editoriale da riprendere, e tanti altri elementi che richiamano direttamente delle azioni digitali. Da non confondere con brand guidelines che richiama, invece, aspetti più legati all’identità visiva del marchio.
Un termine che evoca direttamente tanti scenari: analisi, interpretazione, visualizzazione dati, comprensione. Uno strumento fondamentale per colmare il divario tra problema e idea, che orienta la linea di pensiero. L’insight, in poche parole, è quello schiocco di dita – la lampadina che si accende – che orienta la chiave interpretativa e traccia una via per azioni future. L’intuizione.
Dai un’occhiata anche alla pagina dedicata per avere una visione alla Insight di questo termine.
Tra le keywords digitali questo termine indica un modello strategico importante. Infatti, delinea le azioni del percorso di conoscenza ed interazione che portano un users a scoprire una realtà e diventarne un prospect, lead, customers. Il funnel, rappresentabile visivamente come un imbuto, agisce su più fasi che partendo dal grado di conoscenza che l’user ha del brand orienta le azioni digitali. In poche parole: le azioni per l’user top of funnel (che non conosce un marchio) sono diverse da quelle per l’user bottom of the funnel (user consapevole del marchio e propenso ad agire nei suoi confronti).
Un termine letteralmente traducibile in contesto, struttura, scenario di riferimento o modello, che trova applicazione in numerosi settori (informatica, sociologia, marketing). L’accezione più interessante fa riferimento al brand strategy framework, lo scenario strategico che viene configurato per raggiungere determinati obiettivi e che tiene conto di tutte le variabili che contano (target, brand value, content, channel, competitors, customer journey). La definizione di una struttura che interpreti la posizione del brand – e la sua collocazione futura – è alla base dei servizi consulenziali.
Key Performance Indicator, un indicatore che mostra – a seconda delle oscillazioni e delle sue variazioni temporali – l’efficacia delle azioni digitali e non solo. Parliamo quindi di indicatori che permettono, nella fase di analysis, una misurazione oggettiva delle performance e permettono di comprendere l’efficienza di un mix di azioni dato quell’obiettivo prefissato. Un esempio di KPI, nel mondo digital, è rappresentato dal numero di lead generati da una campagna oppure il CTR (il numero di clic effettivi proporzionati alle visualizzazioni di un annuncio pubblicitario).
Segmento della strategia di posizionamento digitale sui motori di ricerca (Search Engine Marketing) che raggruppa tutte le attività digitali volte alla promozione con annunci sponsorizzati. Richiama, nello specifico, campagne a pagamento condotte su specifiche keyword o query di ricerca per favorire il posizionamento di una risorsa web in alto alla gerarchia di risultati. Come le campagne social e le Display ads (altro posizionamento digitale, che opera su banner e contenuti visivi sui motori di ricerca), queste keywords digitali sono alla base di campagne di advertising integrate.
Strategia che permette l’interazione con users che hanno mostrato interesse nei confronti del brand e sono dunque in uno status di awareness differente e tendenzialmente propensi al compimento di azioni. Attraverso delle dinamiche da remarketing – attuate concretamente tramite strumenti digitali – i brand possono differenziare le azioni digitali sulla base delle azioni che legano quell’user (che rientra in quell’audience) agli asset digitali. Ad esempio, è possibile fare remarketing con le Facebook ads e colpire solo quegli users che hanno già interagito con un post nello specifico o visitato il sito web.
Asset interno imprescindibile per il posizionamento digitale del brand in quanto delinea e pianifica tutti gli elementi determinanti per l’utilizzo dei canali social. Definisce gli obiettivi strategici; contiene indicazioni sul mercato, competitor, target di riferimento; identifica i canali adeguati per le attività; delinea la tipologia di contenuti; l’effort pubblicitario e i KPI da monitorare nella fase di analysis. Racchiude, in estrema sintesi, tutte le variabili che contano per differenziare la comunicazione social e renderla efficace per il posizionamento del brand sul mercato.
Search Engine Optimization, l’insieme di strategie e pratiche volte al miglioramento della visibilità di un sito web che permette una “scalata delle posizioni” a seconda delle keyword di ricerca. Parliamo di un’attività imprescindibile per qualsiasi sito web che voglia essere effettivamente trovato dagli users. La SEO è composta da un mix di attività (on page, on site, off site) che all’unisono comportano un miglioramento del ranking di posizionamento e dunque rendono quel dominio rilevante per le ricerche degli users. Il setup web di una strategia SEO è un primo elemento differenziante all’interno di un framework strategico, al pari di altre keywords digitali (SEM ad esempio).
Acronimo di Search Engine Marketing, al pari della SEO, identifica specifiche azioni volte al posizionamento sui motori di ricerca di un determinato sito web.
La SEM richiama direttamente il contesto dell’advertising e tutte le attività di posizionamento a pagamento (Google ADS) condotte sui motori di ricerca. Parliamo quindi di quell’insieme di pratiche che portano alla creazione di annunci visivi (sulla rete Display) e di annunci di ricerca (paid search).
Al pari della SEO, che presuppone però traffico organico, la SEM garantisce una migliore profilazione del target. Eppure, richiede un effort pubblicitario variabile a seconda dell’estensione delle specifiche campagne digitali da lanciare.
Gruppo di persone con determinate caratteristiche a cui si rivolge l’azienda per attività di comunicazione e vendita di prodotti o servizi. Un termine vitale in tutto il contesto strategico perché senza un’adeguata definizione del target – le caratteristiche demografiche, comportamentali, gli interessi specifici, esigenze e necessità – le attività di comunicazione difficilmente produrranno risultati coerenti a quelli prefissati. Senza un’attenta analisi dello scenario di riferimento, che anticipa la selezione degli strumenti da utilizzare, il rischio maggiore è quello di lanciare attività che non intercettando i profili ideali (lead – prospect – consumer) producano solo costi e pochi benefici.
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